Apple

Lavorare per Apple è un grande privilegio.
 

Ancora di più lo è stato in un epoca in cui il brand di Cupertino “non“ era ancora la rock star del mercato com’è oggi ma rappresentava l’eccezione al sistema consolidato e un po’ tradizionale dell’informatica classica.

A volte è importante percepire il momento e capire la visione delle persone che “creano le aziende; in questo caso Steve Job, il fondatore di Apple era appena rientrato nell’azienda che aveva fondato dopo anni di lontananza e questo fatto insieme alla progettazione di prodotti completamente nuovi come il primo I-Mac significava per tutti un cambio completo nel paradigma pubblicitario adottato fino a quel momento. Aria nuova ed energia innovativa che permise a Lee Clow con TBWA/Chiat Day di sviluppare un messaggio dedicato “ai folli, ai ribelli, ai piantagrane”. Insomma a tutti quelli che si sentivano e agivano in modo diverso. Nel 1998 Apple era un brand di nicchia usato da grafici, fotografi e musicisti, con una quota di mercato globale intorno al 2 %. Con l’obiettivo di rendere popolare il brand e di presentare al grande pubblico il nuovo I-Mac, utilizzammo il canale televisivo. Tra le strettissime guide-lines di Apple non c’era una descrizione su come si dovessero adattare i film pensati inglese nella lingua dei paesi in cui venivano proposti. Ci ritrovammo così a dover riscrivere il testo, perfetto e sintetico in inglese, nella nostra lingua a volte ricca di termini ma elaborata e poco asciutta. La vera sfida però non fu solo questa ma anche quella di trovare una “voce” (speaker) che interpretasse il messaggio “think different” dello spot. Nessuno di noi avrebbe mai accettato di usare una voce già sentita in qualche altro spot o per qualche altro prodotto. Niente insomma che fosse considerato “pubblicitario”.

Fino a quando non realizzammo che una voce diversa, “una voce fuori dal coro”, a dire il vero, in Italia c’era: Dario Fo. E fu così che il Premio Nobel per la letteratura nominato solo l’anno precedente, accettò di “prestare” il suo talento per interpretare, come solo lui poteva fare, quel “pensare” da un altro punto di vista. Apple Italia, con grande coraggio, approvò l’idea e così “il giullare medievale che dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi” (dalla motivazione del comitato di assegnazione del Premio Nobel) divenne colui che in Italia iniziava lo spot TV dicendo: questo film lo dedichiamo ai folli, agli anticonformisti, ai piantagrane…

Oggi verrebbe da chiedersi quale altra azienda o brand in Italia avrebbe il coraggio di credere in una proposta così controcorrente. Probabilmente poche o forse nessuna. Oppure una soltanto. Apple. Direzione creativa Italia: Nardi, Chiarugi. Agenzia TBWA Italia.